Posta su una verdeggiante altura a pochi chilometri dal mare nel territorio del Comune di Aci Catena, la vasta area demaniale che racchiude il complesso archeologico di Santa Venera al Pozzo narra secoli di storia. Il sito è caratterizzato dalla presenza di acque provenienti da sorgenti sulfuree. Queste furono scoperte per la prima volta dai Greci ma furono poi distrutte all’arrivo dei Romani che, nel IV secolo d.C., vi costruirono le strutture che oggi restano: le terme. Come da antica abitudine, le terme erano costituite da diversi ambienti collegati tra di loro. La prima stanza, forse al coperto, era quella in cui ci si incontrava, si parlava e si commerciava; poi vi era lo spogliatoio dove si passava dai bagni freddi a quelli caldi (Figidarium-Tepudarium-Calidarium).
Secondo la tradizione sul luogo fu decapitata Santa Venera durante le persecuzioni romane contro i cristiani: la sua testa fu gettata dai soldati romani nel pozzo delle acque termali, ritenuto miracolo nel Medioevo. Nella zona fu eretta una chiesa con una statua lignea della statua. Accanto vi sono anche i resti di un mosaico e di una grande vasca utilizzata presumibilmente come piscina o per l’allevamento dei pesci. È stato rinvenuto anche un edificio, composto da circa 37 elementi, adibito forse ad abitazione o ad officina di produzione di laterizi. Le monete rinvenute all’interno dell’area sono ordinate dalle più antiche di età greca classica ed ellenistica a quelle di età tardo romana appartenenti al presunto stabilimento industriale. L’itinerario esterno del sito, oggetto di una vera e propria musealizzazione attuata con gli interventi effettuati tra il 1999 e il 2006 con finanziamenti della Comunità Europea, si completa nella visita dell’antiquarium che offre una vasta classe di materiali che dalla preistoria all’età moderna sono attestati a Santa Venera al Pozzo.
Luogo di culto e di pellegrinaggio, la chiesa, le terme e le sue acque miracolose divennero ben presto meta di devoti.